domenica 27 gennaio 2013

Mostra di Picasso a Milano



Cari Illegali  si è conclusa con successo  la mostra di Picasso. Vogliamo rendere omaggio a questo grande artista ma soprattutto a questo grande evento, con un pezzo scritto dalla nostra Vanessa Forzoni e con un super Clip.

Buon Viaggio!





Picasso a Milano 
di Vanessa Forzoni


A distanza di più di 50 anni, ritorna a Palazzo Reale di Milano, una mostra dedicata a uno dei più celebri protagonisti e fondatori dell’arte del XX secolo: Pablo Picasso.
Le opere esposte provengono dal Musée National Picasso di Parigi, dov’è conservata la più grande collezione al mondo dell’artista spagnolo, tra le quali spiccano capolavori che per la prima volta varcano la soglia del museo parigino e si mostrano al grande pubblico estero. 
La collezione esposta a Milano rappresenta una panoramica pressoché completa della poliedrica produzione di Picasso: dipinti, sculture, fotografie, disegni, stampe ed illustrazioni mostrano l’intero percorso cronologico della produzione picassiana, mettendo a confronto tecniche e metodi comunicativi diversi che denotano Picasso come un “artista universale”. 
Ed è proprio l'evoluzione del  suo linguaggio artistico, il fil rouge del percorso espositivo.

Passiamo lentamente per le bellissime sale di Palazzo Reale, che visitiamo per la prima volta, e guardandoci attorno, rimaniamo affascinati dai soffitti decorati e dai numerosi specchi. 

La prima opera esposta è "Massacro in Corea"; dietro questo quadro si apre una sala immensa dedicata a "Guernica", il dipinto  più famoso di Picasso. L'opera non è presente fisicamente alla mostra ma a lei  è stata dedicata una bellissima mostra fotografica sulle varie fasi di realizzazione. 



Si continua poi con le opere del Periodo Blu, caratterizzate dalla ricerca della monocromia. Opera simbolo di questo periodo e che ci stupisce maggiormente è "La Celestina": guardandola si è imprigionati dal suo sguardo triste, l'ansia che ci trasmette è  davvero indescrivibile.
In generale tutte le opere di questa sala ci colpiscono molto perché i soggetti rappresentati, nei toni scuri del blu e del grigio, ci sembrano sospesi in un'atmosfera malinconica e riescono perfettamente a trasmetterci lo stesso stato d'animo.



Continuando la nostra visita, ci imbattiamo poi nella sala dedicata al Periodo Rosa, anni in cui la pittura di Picasso vive la destrutturazione della figura e la drastica semplificazione della forma e dello spazio. Le opere di questa sala sono caratterizzate da uno stile un po' meno malinconico, ravvivato dalle sfumature del rosa e dell' arancione. 
L' opera di questa sala che ci è piaciuta di più è: "Donna con le mani giunte".



Proseguiamo per la sale del Cubismo in cui si possono ammirare le bellissime opere "Uomo con mandolino" e "Uomo con chitarra"  in cui notiamo la decomposizione dei volumi in molteplici sfaccettature. Il Picasso cubista è quello che ci è ha colpito di più, insieme al Picasso surrealista che vedremo inseguito.
L'aspetto che ci ha interessato maggiormente è scoprire che anche se le figure sono scomposte all'esasperazione e rese semplici figure geometriche, la nostra mente riesce perfettamente a riconoscerle e  a ricostruirle.



Si continua con il Periodo Classico o Fotografico, ben rappresentato dall'opera "Ritratto di Olga in Poltrona".
Questa è la sala che ci è piaciuta di meno, forse perché quando pensiamo a Picasso pensiamo al padre del cubismo che ha saputo esasperare i linguaggi tradizionali dell'arte e che si è cimentato in sperimentazioni tecniche. Pensando a lui, pensiamo alle sue opere "stravaganti" e ci riesce difficile associare queste opere tradizionali al genio di Picasso. 



Dopo il periodo classico, incontriamo la sala dedicata al Surrealismo,  una sala tra le nostre preferitedove la linea curva si impone in opere come "La lettura", "Nudo in un giardino" e "Nudo sdraiato".
I quadri riprendono le forme di De Chirico e le tonalità di Dalì, i dipinti che appaiono fluidi e coloratissimi, ci regalano sensazioni dolci e positive, cullandoci in un sogno.



Si prosegue nelle sale delle opere "impegnate", in cui Picasso dipinge la politica, la guerra e la sofferenza che ne consegue.
Picasso stesso dice:
"Per me un dipinto è l'esito di una distruzione. Faccio un dipinto e poi lo distruggo".

Continuando verso le ultime sale della mostra, si arriva al Picasso degli anni cinquanta, un Picasso che cambia nuovamente il suo stile; l'artista si dedica alla reinterpretazione dell'arte dei maestri producendo una serie di dipinti ispirati all'arte di Goya, Nicolas Poussin, Manet, Courbet e Delacroix.

Nell'ultima sala rimaniamo rapiti dal dipinto "Il Matador",  dipinto da Picasso a 92 anni, a soli 6 mesi dalla sua morte.
Il quadro regala energia, gioia di vivere e positività, come se in realtà fosse stato dipinto da un'artista in erba. Davvero spettacolare!



Concludendo, anche se la mostra sta giungendo alla sua fine, vi consigliamo vivamente di visitare prima o poi una mostra di Picasso, perché mai come con queste opere, ci siamo resi conto che è vero che a volte guardare un quadro, può regalare forti emozioni.


Vanessa Forzoni

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